Avv. Ettore Nesi – EDILIZIA – Sanzioni pecuniarie per opere realizzate in assenza di D.I.A. o SCIA. Carattere ordinario della misura sanzionatoria pecuniaria nel caso di interventi ex art. 37 d.P.R. n. 380/2001

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Qualora l’A.C. qualifiche opere realizzate sine titulo tra quelle da eseguirsi con SCIA, ne consegue l’obbligo per la medesima A.C. di motivare il perché la misura repressiva prescelta sia quella ripristinatoria, in luogo di quella ordinaria di carattere pecuniario.

Secondo il Consiglio di Stato, dalla formulazione del comma 2° dell’art. 37 d.P.R. n. 380/2001 si ricava che «la restituzione in pristino a cura e spese del responsabile dell’abuso costituisce un’ipotesi particolare, rispetto all’ordinaria previsione dell’irrogazione della sanzione pecuniaria, cui l’Amministrazione ha facoltà di ricorrere esclusivamente in presenza di determinati presupposti.

Ma, così stando le cose, l’organo procedente, qualora opti per l’applicazione della più gravosa delle sanzioni possibili, non può non dare conto, a mezzo di adeguata motivazione, sia della sussistenza dei presupposti che ciò hanno consentito, anche sotto il profilo dell’affermata incompatibilità, sia delle ragioni che a tanto lo hanno determinato; e questo all’evidente fine di evitare che un esercizio di discrezionalità amministrativa possa trasmodare mero in arbitrio» (Cons. St., Sez. II, 16 novembre 2010, parere n. 5001).